martedì 25 novembre 2014

Benevento-Lecce 1-2: Le Pagelle Mazzare


E' un Lecce rin-vigorito, quello che esce dallo stadio "Vigorito" di Benevento, che è una sorta di plagio mal riuscito del "Via del Mare" (il che è tutto dire). Grazie probabilmente a tale inquietante analogia ambientale (mancavano giusto l'omino che grida "Passatiempiii" e lo striscione "Beneventu, lu sule, la mare, lu jentu"), i ragazzi di Lerda si sono sentiti a casa e sono partiti con il piede sull'acceleratore ed il braccio fuori dal finestrino, chiudendo il match prima ancora che il portiere avversario avesse il tempo di digerire la pastiera fagocitata a pranzo.
Ma ecco, nel dettaglio, come si sono comportati i nostri ragazzi dopo l'esecuzione dei rispettivi inni di Gigi D'Alessio e Bruno Petrachi:
CAGLIONI, voto 6 di stima: due tiri in porta ricevuti ed un goal sul groppone rendono contenta solo sua madre, che questa settimana non dovrà mettere i guantoni in lavatrice. Per fortuna non è arrivato il pareggio: dal goal di Padella saremmo passati alla brace. SPETTATORE NON PAGANTE!
MANNINI, voto 7: terzino tuttofare (tanto che, a quanto pare, nel viaggio di ritorno ha anche guidato il pullman, cantato "Azzurro" alla chitarra classica e scaldato i Camogli all'Autogrill), Mannini ha raggiunto i 15.000 km in campionato, il che lo costringerà a saltare la prossima partita per fare il tagliando. Olio, acqua e batteria comunque sembrano a posto. SHELL V-POWER!
MARTINEZ, voto 6,5: anche se è detto "Tuma", eccelle nello "stutare" le iniziative avversarie sul nascere. Gli attaccanti del Benevento gli stanno alla larga, complici anche le 4 tortillas ai fagioli assunte durante il riscaldamento. SCOPPIETTANTE!
ABBRUZZESE, voto 7,5: dopo il goal del momentaneo 0-2 esulta come un matto perché si era schierato al fantacalcio. Si aggiudica il premio di miglior in campo, che consiste in una statuetta a forma di Mastella, idolo locale. POMERIGGIO TRIONFALE!
LOPEZ, voto 6: non vuole sfigurare nel giorno del compleanno del suo mito uruguagio Giacomazzi. Buona prova nel complesso, riscontra qualche problema solo nei colpi di testa, a causa dell'olio motore scadente con cui si è pettinato. VALORE AGGI-UNTO!
SALVI, voto 7,5: fa impazzire di gioia i Salvini (i suoi piccoli fans leghisti) con un tiro che il portiere Pane non riuscirebbe a vedere neanche con la moviola in campo. Oltre al golazo, fa l'interditore, imposta e si inserisce, tanto che anziché Salvi sembra Xavi. CATALANO!
FILIPE GOMES, voto 6,5: il bello del centrocampo, conferma ancora una volta che anche i suoi piedi sono affascinanti. Imposta l'azione e detta i tempi come il terzo dei fratelli Abbagnale. Peccato per il cartellino rosso ricevuto per un paio di entrate alla John Cena nel giro della stessa azione. Comunque IN-GOMES-URABILE!
PAPINI, voto 6,5: Romeo, er mejo der Colosseo, si dimostra come al solito duttile come il Bimby di mia suocera. Quantità, qualità e, come si dice in questi casi, "gli manca solo il goal". INAMOVIBILE!
DOUMBIA, voto 6: meno incisivo del solito, forse perché di solito fa sfracelli in modo illegale delle difese avversarie, nel secondo tempo è anche costretto in copertura. Si consolerà con i biscotti della mamma di Moscardelli in pullman. HA DA PASSA' 'A NUTTATA!
MOSCARDELLI, voto 6,5: al centro dell'attacco fa sponde con la stessa frequenza di uno scafista di Durazzo a inizi anni '90. A dispetto delle sue abitudini, fa "la barba" alla traversa in occasione del secondo goal. FORREST GUMP!
CARROZZA, voto 7: si sacrifica per la squadra, nel senso che si è presentato in campo nonostante oggi a Gallipoli sua nonna festeggiava le 500 taieddhre in carriera. Solidarizza molto con gli avversari Pane e Padella, con i quali compone una mozzarella in Carrozza. AFFAMATO!
DELLA ROCCA, voto 6,5: entra nel finale per fare il lavoro sporco, manco fosse un camioncino dell'AXA. Con i suoi tiri riesce comunque a sfiorare un paio di goal e diversi spettatori. TANKER!
All. LERDA, voto 7: dopo il successo all'Arecanà di Salerno, un'altra vittoria da queste parti. Come direbbe Toto Cutugno: VOGLIO ANDARE A VIVERE IN CAMPANIA!
( potete leggere le nostre pagelle mazzare anche su www.sololecce.it )

Pagelle Mazzare: Virtus Salentina-Merine (Terza Categoria)


Domenica mattina all’Antistadio Arena di Lecce, davanti a 46 spettatori ed un pastore tedesco, la Virtus Salentina batte il Merine e resta a punteggio pieno nel proprio girone di Terza Categoria. Il risultato di 2-1 è maturato grazie alla doppietta dell’incontenibile Marra, che scuoia la difesa avversaria ricavandone preziose scorte di lana Merines e punti per l’inverno.
Riportiamo i bambini negli stadi, anzi negli Antistadi
Pilastri della squadra gialloblù e artefici del successo sono stati, tra gli altri:
- L’estremo difensore, il cui urlo “MIAAAAAAA” è riecheggiato in tutta la 167, ricordando il “WILMAAAAA” di Fred Flintstone. CAVERNICOLO!

- Il terzino-destro/all’occorrenza-difensore-centrale/all’occorrenza-tutto, Marco De Leo che applica la marcatura “a purpu” per annullare gli attaccanti avversari. Il centravanti del Merine se l’è ritrovato anche nel bagagliaio della macchina a fine partita. ‘NCUDDHRATU!

- Il terzino sinistro Andrea Colonna, di cognome e di fatto, star del web grazie alle sue punizioni a foglia morta e dotato di dribbling capace di saltare anche le più impervie buche dei peggiori campi di Terza Categoria. PERNAM-BUCA-NO!

- Lu MARRA, bomber di razza, realizza goal di pregevole fattura e fa venire giù l’Antistadio, compreso un guardalinee impazzito che si è tuffato sul drappello di giocatori virtussini esultanti, sventolando la bandierina in dotazione. Trascina la squadra al successo, sentiremo parlare di lui (di Marra, non del guardalinee): MARRADONA!
Da segnalare, infine, l’arrivo in ritardo di 60 minuti dell’arbitro che pare si sia giustificato dicendo: “Vengo da Giurdignano: ho un’ora di fuso orario”.
Forza Virtus e alla prossima!

I "Terrifici" 7: la "Top 7" dei bidoni dell'US Lecce


7. ANDRE’ GUMPRECHT (1993-1995, 16 presenze, 0 goal): arrivato giovanissimo dal Bayer Leverkusen (dove in realtà lavorava come tester di aspirine), fu acquistato dalla dirigenza solo perché biondo e tedesco come Rudi Voeller. Anziché Rudi, però, fu presto ribattezzato come “Wudy”, dato che in campo possedeva la stessa leggiadria di un wurstel fritto. INSACCATO!

6. MICHAEL HATZ (1997/98, 2 presenze, 0 goal): già alla quarta di campionato (Lecce-Inter), il pubblico del “Via del Mare” lo osannava con il lusinghiero coro “Oooh, noi c’abbiamo Hatz, capu te ‘stu cazz’!”, tanto che dopo sole 2 presenze, tornò Rapid a Vienna. Un profetico Nenad Sakic aveva affermato il giorno del suo acquisto: <<Di Hatz so poco: ma è un nazionale, non avrà difficoltà a integrarsi>>…AZZ!

5. DEJAN GOVEDARICA (1997/98, 21 presenze, 1 goal): sempre nello stesso strepitoso anno di Cesarone Prandelli (al quale consigliamo, visti gli attuali risultati col Galatasaray, di smetterla col giallorosso), Govedarica spiccava per la sua formidabile lentezza ed il suo larvale pallore, che gli valsero il soprannome di “Cadaverica”. Segnò un goal casuale contro Massimo Taibi (il quale è da quel momento, e tuttora, in analisi), che regalò al Lecce una storica vittoria a San Siro contro il Milan ma non evitò, comunque, la retrocessione matematica già prima della sosta invernale. Il buon Dejan ebbe tra l’altro problemi con la lingua italiana, ma Pantaleo Corvino, al suo arrivo, ebbe finalmente qualcosa in serbo per lui: mandarlo a casa. BRADIPO MORENTE!

4. JORGE CASANOVA (2000-2002, 2 presenze, 0 goal): arrivato dall’Uruguay con l’offerta prendi 2 paghi 1 insieme al biondo funambolo Diego Mateo, Casanova raccolse 2 presenze in 2 campionati (straordinaria media di UNA presenza a stagione!) e tantissime margherite dal bordo campo del “Via del Mare”. A dispetto del cognome, non riscosse successo nemmeno tra le donne leccesi: TORNA A CASA-NOVA!

3. DANIELE SALVATORE ERNEST “DANNY” DI CHIO (1997/98, 10 presenze, 2 goal): figlio di un macellaio di Santa Margherita di Savoia, Di Chio fu un calciatore inspiegabilmente inglese (se è per questo, fu anche inspiegabilmente calciatore). Nonostante la stazza bovina ed il goal all’esordio contro il Brescia, Di Chio era soprannominato “Danny” perché veniva mandato in campo con la raccomandazione: “Uei! Nu’ fa’ danny!”. PER COLPA DI CHI(O)?!

2. KWAME AYEW (1993-1995, 34 presenze, 5 goal): fratello scarso del 3 volte pallone d’oro africano Abedì Pelè, Kwame Ayew è stato uno dei principali protagonisti della straordinaria cavalcata dalla A alla C in soli 2 anni del Lecce del presidente Bizzarro. I cori degli ultrà della Curva Nord a lui dedicati passarano da “Ayew, ci sei solo tu” ad “Ayew, non ci servi più”. AYEW-TATELO!


1. LUIS CARLOS TOFFOLI, detto il “GAUCHO” (1993/94, 5 presenze, 0 goal): arrivato a Lecce come l’uomo dei 400 goal in carriera (contando probabilmente anche quelli al parchetto con suo figlio Toffolinho), il Gaucho rimase alla storia per aver calciato in un appassionante Lecce-Foggia il rigore più loffio di tutti i tempi, tanto che permise al portiere Mancini di tuffarsi, rialzarsi, rispondere alla moglie al cellulare, fare una giravolta, farla un’altra volta e bloccare il tiro a due mani (guarda il video). SCIAGURA!

Li Megghiu Leccesi Ever F.C.

Un buongiorno a voi e un buongiorno agli amici di "Guida al Campionato" (ho sempre sognato dirlo)!

Scendono oggi in campo "Li Megghiu Leccesi Ever", singolare compagine assemblata con soli "Leccesi DOP", come le carni equine di Mimmi, il mio macellaio di fiducia.

Con un arrembante 4-3-3 di zemaniana memoria, il CT Conte (che sta per "Capelli 'Ttaccati-Conte) schiera quest'oggi:



PortiereMarco BLEVE: a causa delle bizzarre regole non scritte applicate nei campetti di calcio leccesi (es.: “Vagnuni, sciucamu a portieri volanti!”), sulle quali urgono chiarimenti da parte dell’UEFA, sono decenni che non si trova un portiere decente a Lecce, se non in qualche condominio di Piazza Mazzini. Convocato quindi d’urgenza il giovane sancesariano Marco Bleve, che tanto bene sta facendo nel Martina Franca in Lega Pro-fugo. SCOMMESSA!

Terzino destroGigi GARZYA: altro orgoglio di Santu Cesariu è Gigi AMLETO Garzya che, forte del suo nome shakespeariano, formulò in un’intervista l’immortale affermazione: “Sono completamente d’accordo a metà col mister”. Dotato di piedi lievemente più affidabili della sua grammatica, ha avuto una discreta carriera con trascorsi anche nella Roma: GAR(AN)ZYA!

Difensore centrale - Marco MATERAZZI: nato nellu Salentu per caso (nel senso che il padre Beppe lo procreò nel periodo in cui militava nel Lecce), Materazzi di leccese ha ben poco, se non i cartellini gialli e rossi collezionati in carriera. Ha sfoderato lo squinzanese stretto solo per insultare Zidane a Germania 2006. MACELLAIO!

Difensore centrale - Sergio BRIO: difensore, invece, corretto come il Caffè Borghetti e di grande rendimento, Sergio Brio vinse 4 Scudetti e il 50% delle Coppe Campioni della Juve (cioè una). Disponibile anche in formato Brio blu. EFFERVESCENTE!

Terzino sinistroPasquale BRUNO: per completare l’arcigna difesa, che ricorda per aggressività una tribù di Nazgul, non poteva che esserci Pasquale Bruno, meglio noto come “‘O Animale”. Difensore rude ed indimenticato soprattutto dai tifosi del Torino e dai malleoli di Baggio e Van Basten. SERIAL KILLER!

Ala destra - Franco CAUSIO: straordinaria ala destra, era soprannominato “il Barone”, probabilmente per come imbrogliò durante il famoso scopone scientifico giocato in aereo con Pertini, Bearzot e Zoff dopo il Mundial ‘82. In una recente intervista a Barbara D’Urso ha anche confessato che i suoi celebri baffi sono in realtà finti. FUTTICUMPAGNU!

Centrocampista centrale - Antonio CONTE: molto amato in città, come testimonia l’immagine a destra, dopo gli esordi leccesi, si è trapiantato a Torino (in tutti i sensi), dove ha raccolto grandi successi come giocatore, allenatore ed operaio specializzato nella catena di montaggio della Fiat Idea. Anche nel periodo in cui perdeva i capelli, non ha mai smarrito la cadenzaah salenthiinaah: AGGHIAGGIANDEAH!

Ala sinistra - Checco MORIERO: dopo il Barone e il Conte mancherebbe giusto Salvatore Nobile per avere un centrocampo 100% sangue blu; inseriamo invece lu Checcu Morieru nesciu, riccia e funambolica ala destra (qui adattata a sinistra, un po’ come Matteo Renzi) di Lecce, Cagliari, Roma e Inter, che dribblava avversari con la stessa straordinaria frequenza con cui oggi viene esonerato. TORNA A SCIUCARE CA E' MEGGHIU!

Esterno offensivo destro - Fabrizio MICCOLI: il Romario del Salento, così soprannominato per la sua passione per il tonno Rio Mare, non ha avuto la carriera che avrebbe meritato, probabilmente a causa del suo vizio di depilarsi le sopracciglia a strisce. Luciano Moggi provò a chiudere il suo estetista negli spogliatoi, ma non ci fu niente da fare. TAMARRO!

Centravanti - Graziano PELLE': schiacciato dal peso dell’eterno dibattito “Maradona è meglio di Pellè?”, non è riuscito ad emergere del tutto fino a circa due mesi fa: ora, a 29 anni suonati, spadroneggia in Premier League neanche fosse Alan Shearer. Stella nascente del calcio italiano, brilla anche grazie alla copiosa quantità di gelatina nei capelli. ASTRO DEL GEL!

Esterno offensivo sinistro - Totò DE VITIS: ottimo attaccante finito tuttavia nel dimenticatoio, tanto che anche sua madre, al telefono, fatica a riconoscerlo. E’ andato via da Lecce per la difficoltà dei suoi concittadini di pronunciare correttamente i cognomi che finiscono per consonante. DE VITISSI!

7 cose da sapere prima di festeggiare San Martino


#7.Prima cu ‘ncigni cu bii, tocca te faci la spugna” è una delle poche nozioni che ho imparato in 5 anni di Scuole Medie Superiori. Mangia indi qualcosa prima di spundarti di mieru (ammesso che sia proprio il caso di farlo), in modo che il cibo “assorba” parte dell’alcool ingerito e non possa tu, pertanto, cominciare a ridere senza motivo già alle 21:15.

#6. Se sei capace, piazzati alla brace a ‘rrustere: presidiando la fonte, sarai certo di ingerire un numero di satizze superiore a qualsiasi altro commensale presente.
Se dimostri di avere talento, poi, puoi sfondare (oltre che sfondarti) nel mondo delle grigliate: un mio amico, per esempio, è stato da poco nominato "Premio Nobel per la brace".

#5. Per l'accensione del fuoco per la cottura delle bestie si consiglia di utilizzare materiale secco, come legname o pigne. In aggiunta, con molta nonchalance, è possibile buttare tra le fiamme oggetti di cui ci si vuole liberare; io, ad esempio, l'anno scorso ci ho ficcato dentro delle bambole di mia figlia: praticamente ho fatto un Barbie-cue.

No San Martino No party
#4. Se vuoi provarci con qualcuno/a potresti sfoderare battutone ad effetto, tipo “Stasera vieni a fare un santo da me?” oppure “Che ne dici, ci ab-braciamo?!L'effetto, tuttavia, dipende dalla lucidità dell’interlocutore.

#3. E’ la festa di "San Martino" non di "San Martini". Bevi vino novello e non altri alcolici o super-alcolici (ah, e soprattutto, a San Martino non bere San Crispino!). 

#2. Se bevi troppo, fai twittare un amico. Twitta responsabilmente.

#1. Quando qualcuno urla “Cicileu!” tu esclama “IEU!” senza farti troppe domande. Dopo ridi convinto. A quel punto sarà davvero San Martino.